Care amiche e cari amici del Cappello di Irma, ecco a voi tutte le curiosità e gli approfondimenti in relazione alla mostra dedicata al celebre e amatissimo artista Vincent Van Gogh, ospitata a Torino presso lo Spazio Lancia fino al 28 aprile 2019.

Come ben sappiamo, Vincent Willem Van Gogh fu un pittore olandese che con la sua arte innovativa e estremamente personale ha lasciato un segno, deciso quanto le sue pennellate, nella storia dell’arte e dell’umanità stessa.

Un genio incompreso, dagli altri e spesso anche da se stesso; uno spirito libero, impegnato continuamente in un ”di più”, in quel ”di più” che faccia la differenza.

Van Gogh produsse la bellezza di 2000 opere, di cui 1100 disegni e all’incirca 900 dipinti. I soggetti prediletti spaziano dalla natura ai protagonisti della quotidianità, i grandi lavoratori, i quali riservarono nell’artista un profondo interesse; il suo obiettivo era quello di rivendicare l’importanza del singolo uomo all’interno di un’unica, immensa, ma frammentata specie: quella umana.

I numerosi ritratti e autoritratti che realizzò hanno uno scopo ben preciso: far percepire allo spettatore non una somiglianza esteriore, superficiale, puramente visiva, ma la descrizione accurata di una ”fisionomia interiore” che cogliesse l’intensità del protagonista rappresentato.

La forte prevalenza del colore sulla forma e l’accurata sintesi delle linee sono i tratti caratteristici della pittura di Van Gogh, unica e irripetibile.

Dietro l’apparente caos si cela un profondo studio e una profonda analisi e autoanalisi durata tutta una vita. Con quell’aggressività armoniosa, delicata, dettata dalle pennellate brevi ma assai corpose, l’artista desidera catturare l’attimo fuggente. Non l’impressione di un momento, ma l’espressione stessa di esso, in tutta la sua concretezza.

”Fermare il tempo” era il grandioso scopo che Vincent Van Gogh perseguì fino alla fine dei suoi giorni, nell’infelice condizione che la verità riflette sulla realtà: ovvero che è impossibile controllare il tempo e immortalare l’effettiva completezza di un attimo.

Simbolo per antonomasia di Van Gogh sono, certamente, i girasoli.

Il pittore impiegò l’anima nella rappresentazione accurata di questo fiore; egli ne descrisse sensibilmente l’intera vita, dal bocciolo al rapido appassimento. Che sia forse il girasole metafora della vita umana? Come il girasole dipende dal rapido ciclo vitale del sole, la nostra esistenza prescinde dal fugace ciclo del tempo.

Van Gogh si definì profondamente e completamente innamorato della natura, in quanto pura ”arte raggiante” in grado di suscitare, nella sua sublime apparenza, emozioni, sentimenti, sensazioni che generano il sempre più difficile e raro stupore dell’uomo.

Terminiamo così questo sensazionale e indimenticabile viaggio.

Con affetto sincero, vi invitiamo a rimanere con noi.

Grazie e… alla prossima!

Articolo a cura di Maria Chiara Pernici (Il Cappello di Irma)

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