La luminosità del quadro e l’attenzione ai dettagli rendono più intensa la pateticità dell’episodio tratto dall’omonima poesia di Tennyson. Sembra di sentire la frescura del giorno in cui la misteriosa signora di Shalott, la cui bellezza domina il quadro, destinata a morire per aver guardato in uno specchio il riflesso di Lancillotto e della città di re Artù, inizia il suo ultimo viaggio. Ma il quadro non vuole soltanto narrare una storia: è uno straordinario studio di paesaggio, in cui ogni canna, ogni ramo, così come i riflessi sull’acqua, sono resi con meticolosa precisione. Come tutti i seguaci del movimento preraffaellita, Waterhouse prediligeva scene tratte da testi poetici e dalla mitologia. Dotato di grande senso della composizione e di una tecnica superba, sapeva infondere nei suoi quadri un intenso movimento drammatico. Ma ad assicurarne la fama è stata soprattutto la malinconica bellezza delle sue modelle, tra cui la moglie, che si ritiene abbia posato per questo quadro.

”La signora di Shalott” John William Waterhouse,1888. Olio su tela, 153 x 200 cm

Fonte: ”The Art Book” – Mondadori
Voce e video: Irma Borno alias ”Il Cappello di Irma”

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