Dal video “Un Cappello pieno di ciliegie” Oriana Fallaci

Oriana Fallaci nasce a Firenze il 26 giugno dell’anno 1929, è la giornalista italiana più conosciuta ed apprezzata al mondo. La sua vita fu straordinaria. Inventò un modo tutto suo di scrivere e intervistare e fu una delle prime donne a farsi strada in un mondo che fino ad allora alle donne sembrava precluso. Ebbe posizioni radicali su molti aspetti e poco politically correct; per questo divenne, a volte, oggetto di attacchi pesanti e contestazioni, da cui Oriana seppe difendersi sempre con energia. Diventò un vero personaggio, al di là delle storie che raccontava e che aveva raccontato.

E’ stata fotografata ed intervistata dai più importanti giornali internazionali. Ha sempre tenuto a precisare che era fiorentina, che parlava e pensava fiorentino, sottolineando che era la sua educazione e al sua cultura. Quando, all’estero, le veniva chiesto a quale paese appartenesse rispondeva sempre “Firenze”.

Il 1967 e il 1968 furono gli anni più importanti per la sua carriera. Chiese ed ottenne di essere inviata in Vietnam e fu l’unica giornalista italiana presente al fronte. Tornò più volte, fino alla fine del conflitto nel 1975, raccontando la vita quotidiana a Saigon, i bombardamenti, gli interrogatori dei prigionieri, le rappresaglie, realizzando molte interviste esclusive e reportage comprati e tradotti da importanti giornali internazionali. La sua posizione fu critica sia nei confronti dei soldati americani e sud vietnamiti, sia nei confronti dei vietcong. Dalla guerra in Vietnam nacque il libro “Niente e così sia” (1969).

Nel 1968 era a Città del Messico alla vigilia dell Olimpiadi e restò ferita gravemente da un colpo di pistola nella repressione di una manifestazione studentesca di protesta (la credettero morta, poi dall’obitorio la trasferirono in ospedale). Tra gli anni ’60 e gli anni ’70 Oriana Fallaci si affermò come grande giornalista politica, raccontò la rivolta di Detroit dopo l’uccisione di Martin Luther King. Il conflitto arabo-palestinese, le guerriglie contro le dittature del Sud-America, la morte di Bob Kennedy, i conflitti in Asia.

Riuscì ad intervistare molti personaggi politici che nessuno era mai riuscito ad avvicinare. Interviste che furono pubblicate sull’Europeo e sul Corriere della Sera, con cui collaborava. La tecnica con cui Oriana Fallaci conduceva le interviste era, per quell’epoca, molto innovativa e la rese molto apprezzata in tutto il mondo. Negli anni ’70 pubblicò altri due libri: “Lettera ad un bambino mai nato” (1975), proprio mentre in Italia si discuteva la legge sull’aborto, e “Un uomo” (1979).

Il libro successivo di Oriana Fallaci arrivò 11 anni dopo: “Isciallah” (1990). Tornò ad occuparsi di guerre, soprattutto quella civile del Libano, a partire dagli attentati di Beirut – ma anche di fondamentalismo islamico e delle storie dei soldati che occupavano il contingente militare italiano. Intervistò Khomeini, il leader religioso che aveva instaurato in Iran la Repubblica Islamica: proprio durante quell’intervista polemicamente Oriana si tolse il velo che le ricopriva la testa.

Nel 1992 Oriana Fallaci scoprì di avere il cancro e ne parlo in una intervista televisiva.

“Io non capisco questo pudore, questa avversione per la parola cancro. Non è neanche una malattia infettiva, non è neanche una malattia contagiosa. Bisogna fare come si fa qui in America, bisogna dirla questa parola. Serenamente, apertamente, disinvoltamente. Io ho il cancro. Dirlo come si direbbe io ho l’epatite, io ho la polmonite, io ho una gamba rotta. Io ho fatto così, io faccio così e far così mi sembra di esorcizzarla.”

Oriana Fallaci

Vorrei solo dire che oriana Fallaci si dedicò molto ai diritti della donna e per questo è stata amata in tutto il mondo e anche nella società islamica. La sua biografia è conosciuta e così le sue opere. Ricordiamo ancora “La Rabbia e l’Orgoglio”, “La Forza della Ragione”, “Oriana Fallaci intervista sè stessa – L’Apocalisse”. Si schierò contro l’eutanasia e contro il referendum per estendere la ricerca sulle cellule staminali.

Conclusa questa fase in cui si occupò molto di attualità, riprese la scrittura del romanzo famigliare, ma solo per un anno. Nell’estate del 2006, gravemente malata, volle tornare a Firenze, dove morì il 15 settembre. E’ sepolta vicino i suoi genitori e sulla sua lapide c’è scritte, per sua volontà: “Oriana Fallaci – Scrittore”. L’ultima sua intervista la dette al Newyorker il 30 maggio 2006, in un lungo articolo intitolato “The Agitator”. L’ultima sua opera quindi fu pubblicata postuma e porta il titolo “Un Cappello pieno di ciliegie”.

Grazie di cuore a Oriana Fallaci, grazie di cuore.

Fonte: biografieonline.it

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